LA FINE DELLA DEVASTAZIONE. MODIFICATO L’ART.560 CPC.
MIA INTERVISTA AL SOLE 24 ORE
E’fatta: finalmente il legislatore ha capito che gli sfratti disumani, conseguenza dell’applicazione dell’art.560 cpc,non si devono più consentire.
Il debitore non può essere cacciato via con la sua famiglia e dormire all’addiaccio.
Con la Legge Renzi Boschi, detta comunemente decreto banche,l’art.560 cpc aveva questa declinazione.
1- Il custode aveva poteri più incisivi dell’ufficiale giudiziario;con un semplice avviso( lettera raccomandata) dava notizia al debitore, che aveva subito l’espropriazione, di lasciare la sua casa entro un breve termine. Se non veniva liberata, senza l’intercessione del Giudice, il custode poteva rivolgersi ad un fabbro per cambiare la serratura ed alla forza pubblica.
2- I beni del debitore, dovevano essere ritirati entro 30 giorni, altrimenti l’aggiudicatario poteva anche disfarsene.
Dunque un potere immenso che ha procurato devastazione per molte famiglie indebitate: anche morte e suicidi.
Dopo lo sfratto Bramini, avvenuto il 18 Maggio 2018,scrivemmo un libro: “Il caso Bramini un’ingiustizia di Stato “, proprio contro l’applicazione selvaggia dell’art.560.
Nel libro edito da Rubbettino a pag. 99 era riportata la richiesta della riforma dell’art. 560.
L’obiettivo era quello di riequilibrare il rapporto creditore-debitore.
1-Il debitore doveva restare dentro la sua casa sino al decreto di trasferimento.
2-Il custode non avrebbe dovuto tenere poteri per sfrattare il debitore, dovendone rispettare la permanenza nella sua casa sino al decreto di trasferimento.
3-Nel progetto di tale riforma si sosteneva che essa doveva applicarsi anche alle procedure in corso.
È stato il senatore Paragone che ha fatto sua, con abnegazione e grande slancio sociale,questa riforma.
Fu proprio Paragone contro tutti i poteri forti,a presentare un disegno di legge- noto come legge Bramini. In verità Sergio Bramini e Luigi Di Maio convinsero il Ministro Bonafede per la promulgazione di questa legge, proprio per impedire la devastazione degli sfratti disumani.
Nella sua versione originaria si applicava a tutte le procedure esecutive,anche a quelle in corso. Ma una manina alla Camera inserì una modifica: la disposizione del nuovo 560 cpc non valeva per le espropriazioni in corso.
Oggi,con l’emendamento approvato grazie all’intercessione dell’onorevole Pesco,delle senatrici Anna Macini, Vittoria Baldino,dell’on. Valeria Valente, l’art. 560 cpc si applica anche alle procedure in corso ed i debitori potranno ancora, almeno sino al decreto di trasferimento, restare dentro la propria casa.
Si ripristina un equilibrio sociale.
Tutto è raccontato in questa intervista del Sole 24 Ore, inserto Plus, a cura del giornalista Stefano Elli.