IL MANIFESTO DI FAVOR. LA VOLGARITÀ DEI RICCHI

A margine del convegno tenutosi ieri all’hotel Vanvitelli a Caserta organizzato da FAVOR Debitoris e da Confimprese nasce il Manifesto del debitore.
Il convegno, moderato dall’avv.Biagio Narciso, ha visto la partecipazione di autorevoli relatori: il procuratore aggiunto della Dia di Napoli Borrelli, dell’on.Pomicino, del prof. Fimmano’, del prof.Di Gennaro, di Enzo Perrotta e del presidente di Confimprese D’Amico.
Ho, nella qualità di presidente di Favor, lanciato una provocazione culturale e politica insieme.
Redigiamo un Manifesto di pochi e salienti punti, nella complessa tematica dei crediti deteriorati:
1- Il debitore, prima della cessione del credito, il cui debito dovrà adempiere, sia obbligatoriamente interpellato;
2- Il debitore sia tenuto ad adempiere solo l’importo indicato in bilancio, al netto degli interessi composti e di altre spese o sanzioni;
3- che il debitore conosca e sappia quanto sia l’ammontare in virtù del quale si intenda cedere il relativo credito;
4- che il debitore conosca di quanto sia avvenuta la svalutazione del credito ad opera della banca: di solito la banca vende il credito ai fondi avvoltoi solo al 20 o al massimo al 30 per cento. I cessionari avvoltoi si rivolgono, di converso, al debitore ceduto e chiedono il 100 per cento ed anche oltre;
5- che il debitore controlli, in contraddittorio, di come sia fatto, come sia composto, il suo debito: quanto è il capitale, gli interessi, se legali o anatocistici, ed in che misura sia stata fatta (o meno) usura oggettiva;
6- che il debitore offra il suo pagamento nel massimo di due anni.
7- che effettuato il pagamento sia cancellato dalla centrale rischi per l’intera esposizione.
Si tratta di fornire un potere contrattuale a chi oggi non lo tiene: il debitore può compararsi ai servi della gleba che non erano titolari di alcun diritto e ci ricorda Marx, durante l’accumulazione originaria del capitale, furono privati di tutto: della terra, dei pochi attrezzi di lavoro: avevano solo braccia per lavorare a bassissimo costo. Fu spietato il comportamento dei capitalisti latifondisti: ce lo racconta nei Grundrisse al Capitale e nell’Ideologia tedesca proprio Marx.
Se, in un fuoco prospettico, non si adottano queste poche regole, già contenute nella proposta di legge commentata al convegno di ieri, non c’è più tutela per il debitore.
Le cessioni si faranno, le espropriazioni continueranno, i debitori rimarranno a vita debitori ed il capitale scoppierà, per ingordigia, sazietà purulenta. Ed a quel punto ci saranno pochissimi ricchi, tanti poveri. Un nuovo proletariato: Marx commentava con mordace e spietata ironia: sono volgari.
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