Ormai siamo al punto di rottura nel rapporto tra banche, politica, società, sistema economico nel suo complesso.
È ben evidente il calo di reputazione degli istituti di credito, come si evince incontrovertibilmente dai lavori della Commissione banche insediata al Parlamento.
Emerge un quadro lacerato:
1-Non tengono le autorità di Vigilanza, Consob e Banca di Italia. Si ricordino in proposito le contraddittorie dichiarazioni rese da Francesco Barbagallo, direttore generale di Banca di Italia e del suo omologo, Apponi della Consob nelle recenti audizioni. Il gioco dello scaricabarile e del fuggire dalle responsabilità, per culpa in vigilando, è di adamantina percezione.
2-Si è dispiegato in modo chiarissimo che la crisi che ha portato al fallimento sotto forma della liquidazione coatta amministrativa, le Banche venete, la Popolare di Vicenza e la Banca Veneta, sia imputabile a consigli di amministrazione che hanno utilizzato questi istituti di credito come dei feudi personali. Le azioni di responsabilità avviate nei confronti dei rispettivi presidenti, Zonin e Consoli, dimostrano come il conflitto di interesse sia la cifra ed il dispositivo della gestione dei patrimoni di queste banche: loro si sono arricchiti con lauti compensi professionali ed i risparmiatori-207 mila- hanno perso un patrimonio stimato in 15 miliardi di euro, che giammai sarà recuperato.
3-Stesso ragionamento vale per Monte dei Paschi di Siena, una banca ormai fallita è tenuta dal sistema solo grazie ad una nazionalizzazione che necessariamente doveva effettuarsi, pena la scomparsa del primo istituto di credito di Europa fondato nel 1492. Anche in questo caso non si è capito come sia stato possibile che le Autorità di Vigilanza abbiano autorizzato la compravendita dell’Antonveneta per oltre 9 miliardi di euro, acquisto azzardato e non sostenibile dalla Banca Senese, anche essa gestita da Fondazioni partitocratiche nella quali si confondevano, meschinamente, interessi di bottega e di forze politiche: hanno distrutto il patrimonio di una banca, che ha in pancia milioni di sofferenze per crediti elargiti anche come prestiti di favore e senza garanzie, in dispregio delle elementari norme sulla trasparenza bancaria.
Il convegno tratterà anche della complessa tematica dei crediti deteriorati e della proposta di legge, ora emendamento alla legge finanziaria del 2018, sostenuta tra l’altro anche dalla nostra associazione.
La finalità è quella di conferire un potere contrattuale al debitore. Infatti le banche intendono liberarsi dei loro crediti ormai divenute sofferenze, dal momento che non riescono ad esigerli dai debitori correntisti e mutuatari, incapaci di adempiere esattamente. Li cedono a fondi avvoltoi, dal volto sconosciuto che acquistano dette partite ad un prezzo vile, molto al di sotto del valore di bilancio e si rivolgono poi come aguzzini contro i debitori ceduti. Se dunque un correntista, per esempio, ha un debito di 50 mila euro con la sua banca che non riesce ad onorare, quest’ultima lo può cedere ad un fondo di investimento estero, il quale lo acquisterà a 10 mila euro. Il debitore ceduto non potrà più contrattare in transazione con la sua banca originaria creditrice, bensì è obbligato a dover subire la spietata ferocia di cessionari aguzzini, che speculano voracemente dal momento che hanno acquistato un credito a 10 mila e ne richiedono oltre 50 mila al debitore ceduto.
L’emendamento sostenuto anche da Favor prevede che il debitore possa offrire alla banca creditrice, una somma maggiore di quella dei fondi avvoltoi, per esempio 15 mila euro, al fine di conseguire la sospirata quietanza. Il debitore potrà evitare un’espropriazione forzata, la banca addiviene alla realizzazione di un credito, in transazione, in misura maggiore a quella offerta dai fondi avvoltoi. Lo stesso debitore otterrà la cancellazione dalla centrale rischi.
Questi temi complessi, ma di cruda e stridente attualità, saranno trattati in detto convegno che vede la, partecipazione di grandi giornalisti di importanti testate Libero, Il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano di giuristi ed economisti del Gruppo Caffè, gloriosa è nobile associazione culturale che si ispira ai principi del grande e rinomato economista Federico Caffè.
Al convegno partecipa anche il Movimento Cinque Stelle nella persona dell’On. Fernardo Dino Alberti.
Per Favor Debitoris gli Avvocati Biagio Riccio e Monica Pagano.