Al senato della Repubblica pende il disegno di legge n.788 avente ad oggetto la modalità per il debitore di concorrere allo smaltimento dei crediti deteriorati.
Sono crediti deteriorati le pretese delle banche contro i propri clienti: essi tuttavia non sempre possono essere riscossi, o perché vi è contestazione del debitore o non sono garantiti da alcunché o la giustizia risulta lenta. Ecco perché si definiscono deteriorati o ammalorati.
Le banche, come impone la Banca centrale europea, devono smaltire tutte queste partite, anche perché sono costrette ad accantonare somme pari alla portata del valore del credito nei loro bilanci, fino a quando il credito deteriorato non viene esatto o ceduto o dichiarato inesigibile.
Se per esempio la Banca X ha un credito nominale contro il correntista Y di euro 100 mila, è obbligata ad accantonare la medesima somma di 100 mila euro, fintantoché quel credito non avrà un suo destino. Il che implica che quelle somme accantonate siano sottratte all’economia reale ed a chi intenda ottenere un prestito. Si determina quel fenomeno che si definisce credit crunch,cioè impossibilità di ottenere credito.
Come noto il nostro paese è bancocentrico: senza le banche che non prestano soldi gli investimenti si arenano, con disoccupazione dilagante e prodotto interno lordo stagnante.
È stato stimato che i crediti deteriorati nelle pance delle banche siano oltre 80 miliardi di euro, importo destinato a crescere per effetto della pandemia.
In realtà è avvenuto che per liberarsene in fretta si è resa possibile la cosiddetta cessione massiva, cioè il trasferimento di queste partite deteriorate in massa a cessionari che spesso non si riescono neppure ad identificare e vengono definiti fondi avvoltoi.
Si suppone che titolari siano anche centrali di denaro sporco.
Si tratta di fondi di investimento, anche stranieri, che acquistano un credito deteriorato che vale nominalmente 100 mila ad euro 10 mila e lo fanno per un’ingente massa di crediti.
La Banca ci guadagna, perché sulla perdita -nel nostro esempio 90- non pagherà tasse: il che implica che della defiscalizzazione ne subiranno le conseguenze i consociati.
Il mancato gettito fiscale, ricordiamolo, significa impossibilità di sostenere i servizi sociali, si pensi alla sanità.
Il debitore che prima aveva un relazione con la propria banca, conosceva il direttore e voleva rientrare della sua pendenza.
In ragione di questo trasferimento avvenuto a prezzi speculativi -10 invece di 100- dovrà estinguere il suo debito con i titolari ed aguzzini di questi fondi, che a volte è difficile anche contattare.
La conseguenza del detto trasferimento del debitore ceduto è trovarsi la casa all’asta, senza aver potuto ottenere nemmeno la possibilità di una transazione.
Il fondo è avvoltoio perché ha comprato un credito di 100 a 10 ed esige dal debitore ceduto sempre 100 con interessi, in mancanza i beni di quest’ultimo andranno all’asta e si tratta spesso di garanzie immobiliari di valore.
Prima delle cessioni massive attraverso una transazione si componevano i conflitti tra Banca e debitore: oggi invece con questo sistema -delle cessioni massive- se le banche puliscono i loro bilanci, i debitori invece non riescono a rientrare delle loro pendenze. Il che implica un aumento sproporzionato delle esecuzioni immobiliari, le case dei debitori vanno all’asta, e sulle vendite forzate – garanzie di valore- gli avvoltoi possono ottenere altro surplus, per un compimento di un affare vero e proprio.
Attraverso questo disegno di legge -788- si vuole offrire al debitore un potere: se il fondo avvoltoio per un credito che vale 100 ha offerto 10, può il debitore ceduto offrire 15 e sanare la sua posizione? Dunque si ottiene in questo caso che per un importo maggiore, 15 in luogo di 10, le banche potrebbero non cedere i propri crediti ai fondi avvoltoi e direttamente comporre il conflitto con il debitore.
In tal modo :
1- la posizione debitoria non è ceduta;
2- la Banca ottiene un di più rispetto a quanto offerto dal fondo avvoltoio;
3- si evitano le esecuzioni immobiliari.
Questo meccanismo così semplice è avversato proprio da Banca di Italia, per quanto si apprende dai lavori della Commissione finanze al Senato, con motivazioni irrazionali che sconfessano i principi di buona fede e quelli di natura costituzionale.
La relazione che ha fatto pervenire Banca di Italia incoraggia le cessioni massive e, in caso di transazione del suo debito -semmai fosse possibile- , il debitore non deve ottenere neppure la sua cancellazione dalla centrale rischi, come prevede il disegno di legge.
Così è scritto nella relazione di Banca di Italia agli atti della Commissione Finanze. Dunque il debitore se anche paga, poiché è stato debitore, non potrà per Banca di Italia, emendarsi mai!!
È gravissimo questo comportamento di Banca di Italia, che si pone a tutela delle sue banche e devasta ed annichilisce gli interessi del debitore.
Banca d’Italia vuole affossare il disegno di legge e spregiudicatamente ledere la Costituzione.
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