L’art. 560 cpc è stato riformato definitivamente: si è ottenuta l’approvazione della Camera;dovrà fra pochi giorni passare per la firma all’attenzione del Presidente della Repubblica, per completare l’iter legislativo.
È una battaglia portata avanti con tenacia dal senatore Paragone che ha dovuto, con prudenza,tatto e sapiente mediazione, superare gli ostacoli pretestuosi di scriba a servizio delle banche e delle lobbies, annidati come arnesi dell’ancien regime negli anfratti dei Ministeri.
Mentre prima spietatamente i custodi nominati dal Giudice dell’esecuzione potevano scaraventare dalle loro case famiglie intere, anche con vecchi, bambini e malati, oggi questa barbarie non è più possibile.
La norma garantisce la permanenza del nucleo familiare sino alla notifica del decreto di trasferimento.
Chi vive all’addiaccio, chi cerca di dormire nelle automobili non ha tempo per pensare di difendersi, deve trovare un alloggio riparatore non può badare a tutelare i suoi interessi innanzi ad un giudice.
È un durissimo colpo per le banche che hanno distrutto con il vecchio 560 cpc un mercato immobiliare, i debitori impoveriti, additati come falliti.
Si avvia una rivoluzione sociale, perché si conferisce un equilibrio alla norma. Come il debitore può rimanere nella sua casa sino al decreto di trasferimento, allo stesso modo il custode può consentire il diritto di visita per compratori e rivolgersi al Giudice delle esecuzioni per sloggiare il debitore, qualora non mantenga la casa pignorata, ostruzionisticamente,in buono stato.
Si ripristina la vecchia norma prima delle nefandezze di cui è costellata la legge 119/2016 , scritta dal governo Renzi- Boschi a difesa delle banche.
È un equilibrio che viene colorato e ripristinato dallo spirito della Costituzione, pregna di solidarietà, canone diffuso nella Carta come scrisse il compianto giurista Stefano Rodota’.
Si può dunque affermare che con la riforma dell’art. 560 cpc,si avvia il percorso di riforme promesso dal Governo del Cambiamento che rimette al centro lo Stato sociale.
“Ripuntiamo sullo Stato. Sì, su quello Stato che ci fa arrabbiare dalla mattina alla sera ma che almeno vediamo e possiamo controllare. Attraverso la democrazia e la Costituzione che è sempre meglio di quegli stupidi trattati europei in nome dei quali ci siamo impoveriti. Riprendiamoci lo Stato. RIPRENDIAMOCI TUTTO QUELLO CHE CI SPETTA PER COSTITUZIONE!”.
Questo è stato scritto da Gianluigi Paragone nel libro “GangBank” “un sistema di saccheggio instaurato dalle élite –colossi bancari, fondi d’investimento, agenzie di rating, multinazionali –che controllano la finanza globale. Dilagano come orde barbariche mosse da una sete inestinguibile, non limitandosi ad applicare le loro spietate strategie, ma spacciandole addirittura per interventi salvifici”.
Secondo dati di Astasy 2018 e T6 – fonti autorevoli in tema di espropriazioni immobiliari-le esecuzioni in corso sono circa 130 mila. Sono coinvolte oltre 450 mila famiglie. Ritenendo un terzo in fase di sloggio, con questa norma ne sono salvate 150 mila.
La Rivoluzione è iniziata.
“Gente avida di denaro e di potere peggio della casta parlamentare sta impoverendo l’Italia e gli italiani. Solo che non va nei talk show a farsi vedere. Fateci caso. Lascia agli altri le baruffe chiozzotte. Così non facendosi vedere non muovono ad antipatia. Però non è vero che sono invisibili. Costoro ci circondano ma non ci facciamo caso. Il sistema GangBank è dentro le pubblicità delle banche, delle assicurazioni, delle società di investimento, delle auto vendute a debito, dei telefonini che ci controllano h24, dei social che ci hanno ridotto a un branco di beoti. Andiamoli a stanare, questi truffatori, questi nuovi criminali con il colletto bianco( GangBank- il perverso intreccio tra politica e finanza che ci frega il portafoglio e la vita).
Bramini può piangere di gioia.