PER MARTA CARTABIA AL MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA. ILLUMINATA DA DIKE
Il ministero di Grazia e Giustizia è delicatissimo e dovrebbe essere ricoperto sempre da persone qualificate e di garbo istituzionale.
Nella nostra Costituzione è il solo ministero menzionato (art.110) in relazione al ruolo del CSM che, come noto, è un organo di rilievo costituzionale che pone a base del suo presidio l’indipendenza e l’autonomia sacra del Magistrato.
Tuttavia, è di prassi che il ministero faccia muovere ispettori, se si accorge che la macchina della giustizia non funzioni nei Tribunali o se non è conforme alla legge.
Pensiamo a quello che è accaduto per i giudici di pace nella recente storia: sentenze farlocche e truccate, cancellerie clientelari. Intervenendo il ministero, la questione si risolve. Ci riferiamo all’azione disciplinare.
Ecco allora che va affidato a persone equilibrate, sagge, di capacità di mediazione raffinata e sempre votate al perseguimento di un equo contemperamento degli interessi in contesa.
Non può essere solo giustizialista, ma nemmeno troppo garantista sino al permissivismo, ma deve affrontare i Magistrati chiedendo:
1-ordine;
2- uniformità alla Costituzione;
3-responsabilità e competenza quando scrivono le sentenze.
4- rispetto degli avvocati.
In una congerie molto tragica come quella attuale, solo Marta Cartabia può ricoprire questo ruolo.
Ha tutte le caratteristiche enucleate, ed anche la misura e l’eleganza, oltreché l’auctoritas che le deriva da studi profondi e da una carriera invidiabile.
Marta Cartabia può proporre riforme per accelerare i processi, ma anche per tutelare le esigenze dei più deboli.
La sua mitezza, in un forte momento conflittuale come quello di questi tempi bui, è il conforto per tutti che la funzione di ministro di Grazia e Giustizia sarà ricoperta da una altissima figura . La Sua, perché è illuminata da Dike.
Draghi le affidi la giustizia.