I TRIBUNALI FASCISTI, L’ART. 560 CPC,BRAMINI E LA COSTITUZIONE ITALIANA.

La normativa contenuta nel famigerato decreto- banca del 2016, soprattutto per quanto riguarda i poteri enormi che sono stati conferiti ai custodi a seguito della riforma dell’art. 560 cpc, richiama alla mente tristissimi ricordi che risalgono a quella legislazione del periodo fascista,quando fu istituito il Tribunale speciale nel 1926, con la legge n.2008.
Esso reintroduceva la pena di morte per gli attentati contro la persona del Re e del capo del fascismo e puniva,con sanzioni severissime,ogni attività politica contraria al regime. Tutti i partiti politici erano già stati sciolti e messi fuori legge, perché sovversivi.
Il collegio giudicante non era costituito da magistrati, ma da ufficiali della milizia fascista.
Dalla sua istituzione, primo febbraio 1927, al suo scioglimento, con la caduta del regime il 25 luglio 43, il tribunale speciale per la difesa dello stato processò 5.619 imputati – condannandone 4.596. Gli anni totali di prigione inflitti furono 27. 735, 42 le condanne a morte, di cui 31 eseguite, 3 gli ergastoli. 4.497 processati erano uomini, 122 le donne, 697 i minorenni.
Furono condannati al confino e sottoposti al regime di libertà grandi intellettuali come Ginzburg, Massimo Mila, Vittorio Foa.
Ma le pene più dure furono per Gramsci, Pertini,Terracini.
La modifica dell’art. 560 cpc devasta ed annichilisce il debitore,che non ha difesa, proprio come le vittime del Tribunale fascista.
1- Con l’udienza che stabilisce le modalità di vendita il debitore deve uscire dalla sua casa,perché è rarissimo che ottenga dal Giudice dell’Esecuzione il diritto di permanere nella sua abitazione,res a disposizione della procedura che deve correre veloce al suo fondamentale obiettivo: vendere ed anche a prezzo vile.
2- Ha il potere di far ispezionare la res pignorata,per consentire il diritto di visita degli avvoltoi compratori.
3- Può avvalersi della forza pubblica,se il debitore non consente il suo ingresso e quello dei visitatori.
4-Non ha bisogno di avviare la procedura di rilascio,mediante precetto ed avviso dell’ufficiale giudiziario, perché ha poteri che gli derivano direttamente dalla legge.
5-Annuncia la sua forza demolitrice con una raccomandata.
Il debitore è inerme e povero di ogni garanzia e può subire lo sloggio, anche se la pretesa del creditore Banca si rivelerà poi insussistente,perché usuraria e non certa.
Ecco,questo sta accadendo in Italia per oltre 500 mila famiglie.
E tutto tace: ignominiosamente.
E questo è accaduto a Bramini: dissero con un comunicato i Magistrati di Monza il 14 maggio che “erano ben consapevoli dei drammi umani di coloro che si trovano a subire l’esproprio della propria abitazione,a causa di eventi sfortunati”, ma che “non possono sottrarsi al dovere di applicare la legge” e “prestarsi a deroghe o eccezioni per quei soggetti che in qualche modo riescono ad attirare su di sé l’attenzione del mondo politico o la visibilità dei mezzi di informazione”.
Invece i custodi non sono umani: non attendono, sbattono fuori tutti anche vecchi,bambini e portatori di handicap.
Bramini e il nuovo vento devono vincere una grande battaglia: con un decreto legge e dunque con urgenza assoluta deve essere modificato l’art.560 cpc :
1-il custode va ridimensionato;
2- Il debitore non deve perdere il possesso legittimo della sua casa;
3- Il debitore va surrogato e sostituito solo se ( ma con prove certe), ostacoli il diritto di visita dei potenziali acquirenti o attui una gestione della res pignorata per svilirla e deprezzarla.
4- Ha il dovere di lasciare la casa,solo quando l’aggiudicatario completerà il pagamento a seguito della sua offerta.
Dopo il crollo del regime fascista vi fu la Carta Costituzionale. Dovrebbe guidare e presidiare l’azione del Magistrati. Ma spesso così non avviene.

Sito Web | + Altri Articoli

Leave A Comment

Inviando un commento si accetta la Privacy Policy del sito. Email e Nome non sono obbligatori per lasciare un commento.


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.