ACCOLTA LA DOMANDA DI RIDETERMINAZIONE DEL SALDO PER OLTRE 123 MILA EURO. L’ANATOCISMO LEGALE VA PROVATO DALLA BANCA,ALTRIMENTI NON È DOVUTO.ALLO STESSO MODO ANCHE LA COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO.

 

In questa sentenza tre sono le motivazioni che hanno consentito al nostro cliente di veder accolta la propria domanda di rettifica e rideterminazione del saldo per oltre 123 mila euro.
1-Che nella documentazione in atti, quanto all’anatocismo contestato,non risulta prodotta dalla Banca convenuta la comunicazione della “clausola di reciprocità” della capitalizzazione trimestrale sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30.06.2000, ne’ la sua sottoscrizione.Il che ha consentito l’espunzione degli interessi capitalizzati trimestralmente sul conto ordinario con ricalcolo al tasso legale.
2-La banca non giustifica con nessuna prova neppure l’applicazione della commissione di massimo scoperto, di per sé indeterminata e generica.
3- Vengono espunte anche le competenze del conto anticipi.
Si giunge alla conclusione che “ la domanda avanzata dalla parte attrice, trova dunque accoglimento nella misura in cui, tenuto conto dei conteggi offerti dal Ctu sopra esaminati e discussi, si perviene ad accertare che gli addebiti illegittimamente applicati dalla banca convenuta, alla data del 31.03.2014, ammontano all’importo di euro 123.342,63, da computare pertanto in favore del correntista”.
Tra l’altro non può la banca neppure recuperare la restante somma non avendo proposto domanda riconvenzionale e dovendosi ora assumere il rischio di un altro giudizio da incardinare contro il correntista che ottiene il saldo rideterminato senza essere condannato per la relativa differenza ( per oltre 350 mila euro).
È la riprova ( c’è un giudice a Berlino) che quando si dimostri che gli istituti di credito non hanno le carte ordinate e non possono provare le loro pretese, i Magistrati hanno il dovere di respingere le domande delle banche.
Il cliente intanto risparmia oltre 123 mila euro e per ora la banca non ottiene neppure il pagamento della somma restante non avendo proposto alcuna azione di recupero, tutta da dimostrare( la pretesa possibile è per oltre 350 mila euro).
Ha contribuito fattivamente alla realizzazione del risultato il collega Raffaele Garofalo che ha curato autorevolmente l’andamento delle operazioni peritali,con dovizia e competenza.
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