PASSA IN GIUDICATO LA SENTENZA SULLA HOLDING DI FATTO. FINE DI UN MARTIRIO GIUDIZIARIO

La sezione fallimentare,per tramite del curatore di riferimento,del Tribunale di Nola a seguito della sentenza di Corte di Appello di Napoli, che ha negato favorevolmente per i nostri clienti l’esistenza sulla holding di fatto, non solo ha deciso di non proporre ricorso per Cassazione, ma, in ossequio ai dettami del decisum della Corte distrettuale partenopea, ha autorizzato il dissequestro sui beni dei nostri assistiti bloccati per oltre 14 anni.
Ricordiamo che il Tribunale ha:
1- perseguitato una famiglia che ha perduto quattro aziende per un valore di oltre 4 milioni di euro;
2- ha additato al pubblico ludibrio un imprenditore come un imbroglione lestofante, mentre oggi la giustizia ha deciso che il fatto illecito da lui non è stato mai compiuto e provato;
3- ha tentato di ottenere un risarcimento nei suoi confronti per oltre 350 mila euro che la Corte di Appello ha rigettato.
4- Soprattutto il Giudice fallimentare sapientemente ha rinunciato alla proposizione del ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte di Appello di Napoli – mirabile per l’eccezionalità dei suoi contenuti e per la novità giurisprudenziale unica nel suo genere – che ha demolito, a tutela dei nostri assistiti, l’esistenza di un holding di fatto.
5- Sono stati dissequestrati beni per oltre 2 milioni di euro per i clienti.
Si conclude un martirio giudiziario, si pone fine ad un crimine per il quale nessuno ha pagato e nessuno pagherà.
Lo Stato in questi casi non risarcisce.
Almeno i nostri clienti hanno ottenuto il passaggio in giudicato ed il dissequestro e potranno riabilitarsi e ricominciare a vivere.
L’impresa nelle sezioni fallimentari, insegna la sentenza e la battaglia giudiziaria, è schiacciata come uno scarafaggio.
E questo si spera non avvenga con il nuovo codice della crisi e dell’insolvenza.
Tra non molto lo studio Riccio, con la mia figliola Clara Letizia Riccio, editerà un saggio sulla holding di fatto nella dottrina e giurisprudenza fallimentare con la pubblicazione dell’intero processo: oltre 100 pagine per i tre gradi di giudizio con il rinvio alla Corte di Appello di Napoli che ha reso la sentenza di vittoria.
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